mercoledì 22 gennaio 2014

Chi risika, rosica...

Ho troppo a lungo rimandato la conclusione di questo post, ma complici uno strepitoso week end in Vallonia e una settimana inaspettatamente caotica, lavorativamente parlando, ho dovuto attendere questa ennesima notte insonne per completare questa mia fatica letteraria....ma ciancio alle bande...

Il detto popolare è chiaro, perentorio e sacrosanto.
Chi non rischia difficilmente ottiene qualcosa.
Ma se alla seconda parte diamo l'accezione romanesca del termine (stà a rosicà...) è vero il detto....e anche il suo contrario.
Chi rischia si strugge in attesa degli esiti, ma si strugge anche chi non rischia e rimane col dubbio.
L'eterno dilemma tra rimorsi e rimpianti, e va da se che se uno proprio deve scegliere sceglie i primi giusto?...GIUSTO?
Poi basta mettere una K e la prospettiva cambia ancora...
Non perchè sei diventato di colpo un bimbominchia che si fa le foto con la bocca a culo di gallina nei cessi ma perchè sei entrato nel mondo del principe dei giochi da tavolo. Alcuni votano per monopoli, altri per cluedo, io dico che non c'è nulla di meglio di un RISIKO (ovviamente l'unico degno di tale nome, il primo, magari in edizione deluxe con ognuno i dadi del suo colore e l'arena per tirarli) per passare una sera a ridere soffrire e mettere a dura prova le pubbliche relazioni. Premetto che sono un cultore non maniacale ma appassionato, e ogni occasione è buona per tirare due colpi (di dado, se hai almeno altri 4 opponenti e 5-6 ore di tempo), che poi vale anche per la pallavolo...ma non solo...ecco..., due colpi, dovrebbe essere buona educazione non rifiutarli QUASI mai.
C'è una regola non scritta che solitamente è snobbata dai giocatori occasionali e inesperti. "Se non hai la possibilità di raggiungere il tuo obbiettivo fai in modo che nessuno degli altri giocatori possa raggiungerlo!" Perchè nel risiko come nella vita non c'è il termine "ho quasi vinto" o le frasi "ci sono più vicino io di te" "se avessi avuto più tempo ce l'avrei fatta!"; servono solo a riempire la bocca degli ingenui e degli stolti....e degli ottimisti patologici. A notte fonda, quando ti si chiudono le palpebre dalla stanchezza, che tu abbia Asia  ed Europa senza il terzo continente, o solo più la Kamchatka con 4 carri armati, se decidi di interrompere, si è perso tutti...
Volevo fare un post sul Risiko...ma alla fine il Risiko Aziendale con l'Australiano durante le feste natalizie non l'abbiamo fatto, io non ho riesumato dall'armadio la mia maglietta ARMATE NERE NEL TUO SEDERE e quindi mi ritrovo a considerare l'attitudine che ho nell'affrontare il planisfero colorato come una metafora della vita... ritornando agli adagi popolari iniziali
Sono un giocatore fin troppo riflessivo e raramente attacco sconsideratamente, sia perchè statisticamente è più probabile difendere che attaccare, sia perchè non è altrettanto statisticamente dimostrabile che "sfortunato al gioco, fortunato in amore" valga anche e soprattutto al contrario. Ma non per questo sono un'attendista. Se vedo un'occasione, se le carte da girare sono buone, non perdo occasione di fare spatuss controllato, che sia nel mio obbiettivo o sia solo per rompere le balle ai miei antagonisti...e se il fato è avverso e i dadi impietosi non vado nel pallone, mi incazzo, sbuffo, ma non perdo la testa: ci saranno altri rinforzi, altri tris da girare...altri stati cuscinetto da conquistare col minimo sforzo. E allora buttiamoci, la vita non finisce se perdi gli Urali, l'importante è non lasciare la Cita con poche difese e non dimenticarsi che l'Alaska si può anche attaccare dall'Asia anche se è dalla parte opposta della plancia...: forse sono metafore...forse no... io mi gioco il jolly...vediamo come va..

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